Un anno di metodo Wim Hof
Un anno di metodo Wim Hof è quello che mi sono imposto (o concesso?) tra gennaio 2023 e gennaio 2024. Stavo cercando qualcosa che mi permettesse di riprendere confidenza con la respirazione, era l’inizio dell’anno, il tempo dedicato ai nuovi propositi! La proposta era varia, molti gli esercizi on-line e tanti i manuali cartacei. Tra tutti, però, il metodo proposto dall’olandese Wim Hof mi ha subito incuriosito perché la sua promessa era veramente ambiziosa: assicurava infatti che l’applicazione del suo metodo avrebbe permesso di migliorare situazioni ansiose-depressive e problemi cronici su base autoimmune e infiammatoria (citava ad esempio il morbo di Crohn, la fibromialgia). Le patologie cronico degenerative su base autoimmune e i problemi legati all’ansia e alla gestione dello stress sono molto frequenti tra i miei pazienti, ma difficili da risolvere.
Il mio metodo è semplice, accessibile e scientificamente provato. Non c’è nulla di dogmatico e davvero chiunque può metterlo in pratica. C’è solo accettazione, solo libertà.
Ormai chi mi conosce lo sa, i miei progetti iniziano con il cartaceo. Ho acquistato il libro Il metodo del ghiaccio. Come attivare al massimo il tuo potenziale fisico e mentale edito da Mondadori e ho iniziato a leggere. Ho capito che Wim Hof meritava la mia attenzione, così ho iniziato a seguirlo anche su YouTube.
Il metodo Wim Hof prevede esercizi di respirazione, bagni freddi (i famosi ice-bath) e l’esposizione alle intemperie.
Si comincia…
Era arrivato il momento di mettersi alla prova.
Ho anticipato la sveglia della mattina e ho fatto tre cicli di respirazione secondo il metodo Wim Hof, a seguire una doccia fredda. Il protocollo prevede di iniziare con 30 secondi di doccia fredda e poi di aumentare la durata della doccia di 30 secondi ogni settimana. Adesso ogni mattina resto sotto il getto freddo per circa 3 minuti.
E’ possibile fare precedere la doccia fredda da una doccia calda, ma è importante non fare la doccia calda dopo essersi esposti al freddo, poiché una parte fondamentale di questo metodo è proprio lo sforzo che il nostro corpo deve fare per superare autonomamente il freddo.
Prime impressioni
Le prime settimane sono state difficili. Durante la respirazione, che prevede fasi alternate di apnea e iperventilazione, avvertivo giramenti di testa e formicolio alle mani; il getto d’acqua fredda mi induceva a lottare, a muovermi, a contrarre i muscoli. Nel corso del tempo mi sono abbandonato, ho smesso di contrastare le sensazioni che avvertivo. Ho accettato la situazione e così ho iniziato a dominare il forte desiderio di sottrarmi allo shock: il tempo che intercorre tra l’impulso fisico e la risposta mentale si è cristallizzato. La mia forza di volontà stava iniziando a dominare il mio corpo e la mia paura.
Outdoor
Successivamente ho iniziato l’esposizione al freddo esterno. Due volte a settimana ho iniziato a correre fuori in pantaloni corti, a torso nudo e scalzo. In estate e in inverno, con la pioggia e con il sole. Mi sono reso conto che il corpo, in natura, è in grado di adattarsi alle condizioni più estreme. Certo la Toscana non offre condizioni davvero estreme, ma per me, abituato ai comfort della nostra epoca, affrontare senza filtri l’escursione termica annuale è stata un’esperienza costruttiva. Una dimostrazione che il mio corpo e la mia mente sono sufficientemente forti per reagire agli agenti atmosferici che naturalmente mi circondano.
Immersioni totali. Il grande freddo!
Durante l’anno ho continuato ad applicare il metodo Wim Hof con costanza e gradualità, finche è arrivato il momento di sperimentare le immersioni totali. Ho comprato una vasca per fare il bagno nell’acqua fredda (mantenuta ad una temperatura di 4-5 gradi). Si è trattato di un ulteriore passo avanti perché l’immersione totale, rispetto alla doccia, è un’esperienza più impegnativa dal punto di vista mentale: lo stress da gestire è maggiore. Lo shock che si genera rispondendo alla sensazione di freddo intenso prodotto dall’immersione totale produce infatti uno stress molto potente, che riconduce il nostro cervello a meccanismi arcaici. Siamo costretti a balzare fuori dalla nostra zona di comfort in maniera netta e istantanea. Questa nuova pratica mi ha insegnato a gestire con minor ansia e maggior concentrazione tutti gli stress della vita quotidiana.
Effetti fisiologici
In questo anno ho potuto osservare su di me alcuni importanti cambiamenti fisiologici. Il primo effetto è stato il rallentamento del transito intestinale, al quale è seguita una regolarizzazione dell’alvo e una migliore consistenza delle feci. Questo indica un migliore assorbimento dei nutrienti e una riduzione dell’infiammazione generale, che si è manifestata con maggior evidenza proprio a partire dall’intestino. Altro effetto rilevato è stata l’eccezionale diminuzione della rinite allergica, che ogni anno mi affliggeva in primavera per via del polline e delle graminacee. Ho smesso di prendere l’antistaminico.
L’applicazione di questo metodo mi ha dato molta soddisfazione. Riuscire a raggiungere obiettivi che mi sembravano difficili – se non impossibili – mi ha gratificato. Non nego di avere fatto fatica a gestire le sensazioni e a disciplinarmi, ma questa routine progressivamente si è fatta spazio nella mia giornata. La dopamina messa in circolazione da questi esercizi ha innescato un “circolo virtuoso” e mi ha offerto un generale senso di benessere, che si è tradotto in tanta energia in più durante la giornata.
Riassumendo il mio anno di metodo Wim Hof
I punti chiave del metodo Wim Hof sono:
- respirazione
- esposizione al freddo nell’acqua
- camminata nella natura senza abbigliamento (sono concessi pantaloncini, scarpe, al massimo guanti e cappello)
Effetti del metodo Wim Hof
- riduzione dell’infiammazione (diminuzione dell’istamina circolante e riduzione dell’interleuchina 6 e di tutte le citochine pro-infiammatorie che sono i precursori di qualunque malattia degenerativa neoplastica o autoimmune)
- miglioramento del sistema cardiovascolare (aumento dell’elasticità del tessuto vascolare e riduzione delle resistenze periferiche, migliore gestione della pressione sanguigna, ottimizzazione del sistema renina-angiotensina)
- miglioramento del sistema immunitario (aumento della resistenza verso gli agenti patogeni)
- miglioramento delle capacità di gestione dello stress (aumento della concentrazione, innalzamento della soglia attentiva, diminuzione della risposta autonomica allo stress con minore produzione di cortisolo)
- riduzione dell’ansia (aumento dei livelli di dopamina e serotonina)
- aumento dell’autostima e della fiducia in se stessi
A chi si rivolge il metodo Wim Hof?
Il metodo Wim Hof si rivolge a coloro che vogliono cambiare la propria vita, la propria condizione di salute fisica e mentale, ma anche a quanti, come me, sono incuriositi dal biohacking (se te lo sei perso dai uno sguardo a Biohacking, cos’è?).
Ci sono restrizioni?
Il metodo deve essere applicato gradualmente, seguendo le indicazioni di un istruttore qualificato. La pratica deve rispettare la propria condizione di salute fisica e, in caso di patologie esistenti, è ovviamente necessario rispettare le indicazioni del medico curante.
Pingback: Biohacking, cos'è? – Dott. Matteo Balocco
Ciao Matteo! Davvero un metodo interessante,pensi di continuare e che possa di fatto fare parte della tua vita? Secondo te ci sono limiti di età?
Grazie della testimonianza,ti seguo volentieri,un abbraccio
Marzia
Ciao Marzia,
grazie per il tuo interessamento!
Io credo che questo metodo mi accompagnerà nella vita. La costanza in questo caso é particolarmente importante, perché se interrompi la pratica per lunghi periodi perdi facilmente i traguardi che hai conquistato.
Cerco di essere flessibile ma costante. Forse così riuscirò a continuare.
Per quanto riguarda l’età, darei lo stesso consiglio a tutti (giovani e senior): chi inizia questa pratica deve tenere in considerazione la propria condizione di salute di partenza e magari parlarne con il medico di fiducia.
Ricambio l’abbraccio e spero di avere presto l’occasione per rivederci!
Matteo
Buongiorno, vorrei cortesemente sapere se è necessario andare sotto la doccia gelata anche con la testa?
Grazie.
Paola
Gentile Paola,
testa, mani e piedi sono le parti de corpo da cui disperdiamo più calore, quindi è particolarmente fastidioso esporle al freddo. Tendenzialmente la testa non viene esposta nei bagni di ghiaccio, mentre sotto la doccia (che è meno fredda) resta discrezionale. Comunque non è mai indispensabile immergere la testa. Io, per esempio, non la immergo nel bagno ghiacciato mentre nella doccia la tengo completante sotto il flusso d’acqua.
Se trova fastidioso bagnare interamente la testa, può provare a sciacquarsi solamente il viso, la sensazione è tonificante.
Mi faccia sapere come procede la sua esperienza.
Un cordiale saluto,
Matteo Balocco